martedì 29 giugno 2010

Nella società attuale c'è un' inarrestabile ‘mostro' che incombe, minaccia e fagocita migliaia di ragazzine e, sorprendentemente, anche tantissimi ragazzi: i mass-media.
La tv, i giornali, le riviste, persino i libri, internet… ovunque si assiste all'ostentazione di fisici perfetti, magri, spesso magrissimi, fotomodelle e fotomodelli che si perdono in abiti dalle taglie microscopiche, tutti sempre costantemente sotto i riflettori, sulle foto, accanto a grandi divi, in posti di villeggiatura. Ricchi, sorridenti. O per lo meno apparentemente.
Non voglio dilungarmi eccessivamente su cosa siano l'anoressia e la bulimia, ma vorrei piuttosto approfittare di questo spazio concessomi nel grande universo di Internet per esporre la storia di una ragazza appasionata e amante della pallavolo.
Aveva 16 anni, era il capitano di una squadra di pallavolo, faceva agonismo già da qualche anno e seppure per lei, allora, esistessero solo il campo e la palla, ad un certo punto decise di dover cambiare qualcosa. Era alta pressappoco già 1,69cm, il suo peso oscillava intorno ai 56 kg. Un peso-forma, per l'età e per la statura. Tuttavia, non ricorda bene perché, improvvisamente cominciò a vedersi troppo ‘grassa'. Ci tengo a puntualizzare che allora non aveva ancora fatto la sua conoscenza con la sala pesi e la sua struttura muscolare non era di certo quella attuale. Aveva gambe molto esili, una vita stretta, spalle non molto larghe; insomma, vantava un fisico ‘atletico' ma magro. Si, magro. Eppure… si vedeva grossa, grassa, voleva dimagrire, entrare in taglie di jeans più piccole come una 40. Cominciò così con l'escludere inizialmente gli alimenti che riteneva più ‘pericolosi' e colpevoli della sua presunta ‘grassezza' come dolci, biscotti, gelati ecc… per poi passare anche alla pasta, pane, frutta, carne, persino verdura… insomma, di tutto molto meno rispetto a prima. Nel giro di qualche mese i ‘tagli' all'alimentazione (che tra l'altro era piuttosto equilibrata, a casa sua si è sempre fatta molta attenzione a ciò che si mangia) crebbero sempre più, fin quando cominciò con sua grande soddisfazione, a notare i risultati dell'incosciente battaglia contro qualcosa che non esisteva assolutamente sul suo corpo di adolescente: il grasso, ‘la ciccia'.

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